Shadow of the Colossus nel 2005 fu una rivelazione. Il mix degli incontri con i boss e una colonna sonora commovente, hanno reso il gioco uno dei migliori titoli dell’era di PlayStation 2. Ma era anche un gioco “famoso”per i suoi problemi tecnici: in particolare, il design ambizioso dei colossi mostrava notevoli limiti ed il gioco soffriva spesso di un framerate frammentato, a tratti rallentato.
Il remaster HD del 2011 per PlayStation 3 ha alleviato questi problemi, ma ora, con Shadow of the Colossus del 2018 per PlayStation 4, Bluepoint Games ha completamente ricostruito ogni aspetto del mondo del gioco lasciando intatta la struttura e la meccanica sottostante, una mossa che non solo ringiovanisce graficamente il gioco, ma intensifica l’assoluta maestosità di questa straordinaria esperienza.
Shadow of the Colossus si svolge in un mondo antico, dove il giovane guerriero Wander e il suo cavallo Agro trasportano un amato defunto in una terra proibita. Con una spada mitica e un arco, Wander spera di approfittare di una favola che suggerisce che qualcosa in questa provincia isolata ha i mezzi per riportare in vita i morti. Lì, incontra un’entità onnipresente che lo costringe a distruggere sedici colossi sparsi per il territorio per poter esaudire il suo desiderio. Se hai già giocato la versione precedente di Shadow of the Colossus, scoprirai che il risultato di Bluepoint è pressoché identico, salvo alcune differenze minori nella mappatura del controller, alcune sottili modifiche a livello di giocabilità e un nuovo Easter Egg. Le posizioni di ogni colosso e i metodi per sconfiggerle rimangono le stesse, così come le posizioni di ogni lucertola dalla coda bianca e frutti collezionabili. Il peso e la fisica del movimento di Wander e Agro si sentono invariati, e i premi sono identici. Ma l’impatto del mondo completamente ricostruito è tangibile.
Questo è un mondo geograficamente come te lo ricordi, ma che ti stupisce come se lo vedessi per la prima volta. La modellazione di ambienti altamente dettagliati, in combinazione con i giochi di luci e ombre, porta una vita straordinaria agli ambienti del gioco.
Le foreste sono densamente ricche di maestosi alberi ad alto fusto e foglie tortuose, screziate meravigliosamente con i raggi del sole. Anche la semplice vista di coste montuose e pareti rocciose è impressionante, con ombre che definiscono le loro superfici. Ogni volta che scali una collina, emergendo da una fessura o cambia la tua prospettiva, il paesaggio sarà uno spettacolo degno di una pausa.
La maggiore fedeltà dei colossi ricostruiti è altrettanto spettacolare. Giocarlo su PS4 Pro ti offre la possibilità di migliorare ulteriormente la fedeltà visiva attraverso l’alta gamma di colori dinamici, nonché la scelta tra due diverse opzioni grafiche con priorità diverse. La modalità cinematografica consente risoluzioni 4K, oltre a consentire il downsampling (ovvero ridimensionare un’immagine a risoluzione più elevata) per i display 1080p a 30fps. La modalità Performance offre una qualità grafica meno efficace ma mantiene una frequenza di fotogrammi più fluida a 60 fps.
Tuttavia, la qualità visiva offerta da entrambe le modalità migliora ancora l’esperienza del gioco nei modi precedentemente menzionati, specialmente per quelli il cui ultimo ricordo è stato affetto da problemi di framerate sub-30fps sulla versione originale di PS2.
La ricostruzione visiva non toglie nulla a ciò che rende Shadow of the Colossus eccezionale, e la direzione olistica e minimale del gioco è ancora fortemente influenzata: i suoi colori tenui, gli angoli della telecamera cinematografica e l’assoluta assenza di musica durante l’esplorazione del mondo evocano ancora un tono commovente di desolazione e solitudine. Il vasto paesaggio perduto del mondo non è privo di cose da fare, perché basta “viverlo”per godere della maestosità della terra ed accompagnato solo dal suono degli zoccoli di Agro che strisciano contro la terra, diventa una vera e propria esperienza meditativa. Combattere un colosso è ancora una sfida grandiosa, solenne e tesa che è esaltante da superare.
Mentre i dodici anni di “assenza” non hanno influenzato la qualità complessiva di Shadow of the Colossus, ci sono due fastidi tecnici che persistono e ci ricordano le vecchie esperienze. Il sistema di telecamere in terza persona non si lega agli oggetti del mondo, quindi diventa fastidioso da regolare quando Wander si sposta attraverso spazi chiusi o vicino a un oggetto solido. Inoltre, il sistema di arrampicata implacabile del gioco, che ti chiede di saltare con il pulsante X e di aggrapparti a una sporgenza o alla superficie con il grilletto R2, è problematico in certe situazioni; potrebbero esserci dei momenti in cui il contatto con una sporgenza potrebbe non essere “letto” correttamente anche se probabilmente hai tenuto bene in mano R2 e stimato correttamente la distanza necessaria per il tuo salto. Tuttavia, entrambi questi problemi influenzano solo una piccola parte della tua esperienza di gioco e non dovrebbero essere considerati problemi rilevanti.
Shadow of the Colossus è un viaggio straordinario, e vale la pena prenderlo e riprenderlo. La revisione grafica è sbalorditiva, valorizzando a fondo ogni aspetto dell’eccellente avventura di Wander e Agro. Correre attraverso il mondo di SOC è sempre mozzafiato; abbattere un colosso monumentale è sempre esaltante.
Shadow of the Colossus è una bellissima ricostruzione di un titolo già eccezionale. Continua ad essere un classico moderno ed è un gioco straordinario che tutti devono provare.
Founder di Gamereligion.it
Studente presso l’Università del Salento, commerciale di giorno e gamer il tempo restante.
Ho collaborato con diverse testate web come nbapassion.com, BreakingSports.it e Calcio360.eu.
Addicted di Football Manager, ma non solo.
Grande appassionato di console, dai più vecchi Sega Megadrive alla più moderna PlayStation 4.